
Birra Corona: uno spot contro le frontiere
Può un prodotto di largo consumo come la birra Corona schierarsi contro la presa di posizione del potere? La risposta è positiva e il fatto è accaduto alcune settimane fa con lo spot che ha celebrato le origini multietniche del brand, ribadendo la sua posizione in merito alla chiusura delle frontiere americane.
Al di là delle facili interpretazioni che possono nascere da questo video, ciò che merita di essere considerata è la presa di posizione e lo strumento impiegato per ribadirla.
La birra Corona Extra è una potenza internazionale, un brand che nasce nel 1925 in Messico e che si espande nel corso dei decenni in tutto il mondo, diventando il simbolo del bere ‘leggero’. Nel 1976 la birra Corona sbarca negli States e registra un successo immediato, diventando in pochi anni un’icona di stile.
I giudizi sulla qualità della birra Corona sono decisamente personali, perché ci sono persone che trovano questa bevenda troppo leggera, altri che invece la eleggono a compagna ideale nel corso delle serate estive e in occasione dei momenti conviviali. Oggi ci concentriamo sul potere della comunicazione e sul coraggio che il brand ha dimostrato di avere nella sua presa di posizione ‘anti frontiera.
Birra Corona: uno spot che rivendica le radici multietniche della vera ‘America’
Cuore pulsante dello spot della birra Corona è la frase ‘Perché l’America è sempre stata grande”. Si tratta di un gioco verbale che si contrappone al ‘Make America Great Again‘ che ha accompagnato la campagna elettorale presidenziale negli Stati Uniti. Il video si propone quindi di celebrare l’orgoglio di essere americani, ovvero di essere nativi di un continente dove i popoli si incontrano e si intrecciano da lungo tempo.
La volontà dichiarata è lessicale, ovvero lo spot chiede di restituire alla parola ‘America’ il significato corretto, ovvero non solo quello di Stati Uniti, ma di intero continente americano. Non a caso, lo spot mostra immagini ed evoca popoli che appartengono anche all’America del Nord con il Canada, all’America Centrale e all’America Latina.
E poi c’è la call to action o l’invito all’azione, che nello spot va ricercata nell’imperativo “Desfronterizate”. Si tratta di un invito ad abbandonare la logica delle frontiere. Un aspetto linguistico che forse al popolo italiano può sfuggire è che le parole vengono pronunciate da uno speaker con chiarissime influenze centroamericane.
Lo spot ricorda che sono 35 gli stati che appartengono al continente americano, ribadendo che non può un unico stato vantarsi di essere ‘l’America’, perché stiamo parlando di un continente molto più ampio e multietnico di quanto dichiarato.
Birra Corona: un cambio di rotta nella comunicazione
Come accennato, non è questa la sede per valutare la bontà e il pregio della birra Corona, ma è interessante riconoscere che il brand di birra ha saputo dimostrare coraggio nell’affermare dei concetti che, molto probabilmente, meritavano di essere sollevati nel post elezioni degli Stati Uniti.
Dichiarando che l’America ‘ è sempre stata grande’ e inneggiando al ‘desfronterizate’, il marchio di birra non si è semplicemente posto dalla parte dei latinos, come apparentemente può sembrare, ma di tutte le minoranze che possono essere oscurate da potenze economiche più grandi di loro. Inno alla libertà? Forse, ma soprattutto inno al rispetto, che alcuni popoli meritano di vedersi riconosciuto in nome di una storia millenaria.
Lo spot della birra Corona ha fatto molto scalpore non solo per il suo contenuto, ma anche perché i consumatori erano stati da sempre abituati a modelli di pubblicità che inneggiavano al sole, al divertimento e alla night life. Il cambio di rotta ha quindi dimostrato che il brand ha scelto di prendere posizione sui temi più attuali, dimenticando per un momento la sua veste più leggera per schierarsi apertamente verso decisioni politiche e sociali di impatto mondiale.