5 regali di Natale per gli amanti della birra

5 regali di Natale per gli amanti della birra

Le feste stanno arrivando quindi abbiamo pensato a 5 regali di Natale per gli amanti della birra. Siamo giusti in tema vero? Già, perché alla Birreria Vecia le feste ci scaldano il cuore e non potevamo che scegliere cinque doni a tema con la nostra attività.

Abbiamo spulciato per bene la rete per scrivere questo articolo e, a dire il vero, abbiamo trovato delle cose molto improbabili. Ma qualche regalo carino c’è, eccome, quindi ecco 5 regali di Natale per gli amanti della birra:

portabirra cintura

Iniziamo con un regalo da veri duri/e: il porta birra da cintura. Sicuramente fa un po’ western, ma al posto degli attrezzi da lavoro perché non portare con noi una bella bottiglia di birra fresca? La cintura porta birra la troviamo disponibile su Troppotogo.it e costa circa 20 euro.

boccale birra regalo Natale

Fra i regali di Natale per gli amanti della birra questo è sicuramente una chicca, molto costosa, quindi per veri intenditori e intenditrici. Si tratta del boccale da birra Harley Davidson proposto da orologiacucu.com. 3 chili di solo boccale prodotto in Germania nello Westerwald tutto lavorato a mano. Un boccale per sempre, considerando il costo di ben 377 euro.

kit aromi birra

kit aromi sensoriale birra

Questo è bello: un libro che nasconde un’educazione sensoriale alla birra. Si tratta del Kit Aromi della Birra, un taccuino che contiene 12 aromi diversi tutti da scoprire e da conoscere, per chi ama la birra e vuole capirne di più quando la degusta, ma anche per chi vuole imperare a produrla in casa, artigianalmente, e ha bisogno di partire dalla base. Il costo è di 75 euro e il kit di scoperta sensoriale che possiamo trovare su Ebay a questo indirizzo.

salvadanaio birra

Un pensierino per gli amici ( ma anche per noi stessi!): il salvadanaio per raccogliere i soldini da destinare in birre con gli amici. Regalo spassionato e divertente, questo salvadanaio in latta è dedicato agli amanti della birra e a chi si trova sempre a secco il fine settimana, così può risparmiare qualcosina e divertirsi il week end in compagnia. Disponibile a poco più di 10 euro a questo indirizzo.

kit birra natale

Ok, non poteva mancare fra i regali di Natale per gli amanti della birra il kit per farsela in casa! Questo è particolarmente semplice e anche molto economico, circa 60 euro per un kit birra che contiene tutto quello che serve per produrla e che si rivela molto attraente dal punto di vista grafico, disponibile qui.

Regali di Natale per amanti della birra: un libro è per sempre

Non lo abbiamo incluso fra i regali di Natale per gli amanti della birra ma ricordiamoci che un libro è per sempre e sulla birra ce ne sono davvero di adorabili. Alcuni libri sono pieni di foto e di spiegazioni e ci permettono di fare un bel tuffo nel mondo della birra, nella sua storia e anche nelle lavorazioni che vengono fatte in ogni parte del mondo.

libro birra Natale

Poi ce ne sono davvero molti dedicati alle ricette da preparare con le birra, che sono moltissime! Su tutti brilla questa edizione, Cucinare con la Birra 160 ricette, dove possiamo trovare tutte queste preparazioni illustrate passo a passo, in un libro scritto da Keda Black con le foto di Frédéric Lucano, per Guido Tomaso Editore.

E se nessuno di questi regali ci garba allora via, facciamo una bella birra assieme a chi la ama, così potremo passare un Natale sicuramente alternativo, ma pieno di allegria e di buonumore!

 

Birre Di Natale, moda o tradizione?

Birre Di Natale, moda o tradizione?

Mancano poche settimane al Natale a Piovene Rocchette e qui alla Birreria Vecia ci chiediamo quali tradizioni hanno a che fare con il mondo della birra, che un po’ è anche il nostro. La prima cosa che ci viene in mente è la birra di Natale, una tradizione che a dirla tutta si perde nella notte dei tempi, ma che negli ultimi anni sembra decisamente diventata una moda.
Oggigiorno è difficile trovare brand che non abbiano in produzione almeno una birra di Natale, ma la domanda che ci viene spontanea è questa: ‘Passiamo il nostro Natale a Piovene Rocchette davanti a una tradizione o a un’operazione commerciale?’
Come spesso accade la verità sta nel mezzo, perché le birre di Natale o Winter Seasonal Beer citando i riferimenti per gli stili mondiali del settore brassicolo, non possono essere considerati uno stile, ma delle preparazioni precise e che hanno le loro determinate caratteristiche.

birra di Natale

Birre di Natale: vediamoci un chiaro

Le birre di Natale o birre di inverno devono ‘suggerire’ la stagione fredda, le vacanze, l’atmosfera del periodo’. Del resto avrebbe senso, ci chiediamo, proporre una birra fresca e magari con retrogusti agrumati? No, la birra di Natale deve attingere dalle spezie, dagli zuccheri e anche da rimandi erbacei che sono in sintonia con la stagione fredda.
La birra di Natale fa parte di una categoria di una famiglia di produzioni. Questo per quanto riguarda, almeno, il mondo belga delle birre. Sì, perché l’Oxford Companion to Beer, considerato dagli esperti l’enciclopedia della cultura birraia parla invece di Christamans Ale e specifica per bene di cosa si tratta, ovvero:

‘Le specialità brassicole prodotte per la celebrazione del Natale e Capodanno, spesso con un contenuto alcolico elevato e caratterizzate dall’impiego di malti scuri, spezie, erbe e frutta”.

La birra di Natale nel mondo

In Belgio e in Uk la birra di Natale è una tradizione ed è interessante sapere che in Germania non ci sono tante specialità brassicole dedicate alle feste. La ragione va ricercata secondo gli esperti nell‘Editto di Purezza che va ad escludere l’uso delle spezie nella preparazione della birra. Poche o rare, quindi, le birre di natale che arrivano dalla Germania e dall’Austria

Natale a Piovene Rocchette: ci beviamo una birra?

Ma allora, nelle birre du Natale dove arriva la tradizione e dove inizia il business? La riposta è difficile da dare nel complesso, quindi il buon senso ci suggerisce di analizzare caso per caso, di verificare chi, quella birra di Natale la produce e perché.
Non basta, infatti, un’etichetta colorata oppure l’introduzione di un po’ di spezie per fare una birra invernale e su questo tutti noi siamo d’accordo.

Ma la birra di Natale può diventare la birra d’inverno e si può approfittare di questi prodotti per gustare specialità più corpose, magari aromatizzate e realizzate dai mastri birrai per sposarsi alla meraviglia non solo con l’atmosfera, ma con i piatti tipici di stagione.
In questo modo tutto può cambiare volto e la birra d’inverno diventare un’alternativa alle bevande calde, una pausa da prendersi per scoprire nuovi gusti e festeggiare il periodo in modo alternativo. Ricerca quindi, e tanta attenzione a come vengono prodotte queste specialità, perché abbiano i numeri giusti per essere considerate tali.

I discovery kit della birra fanno furore

I discovery kit della birra fanno furore

Prima di spiegare cosa sono i discovery kit della birra cerchiamo di capire cosa sono i discovery kit in generale. Si tratta di veri e propri kit che permettono di scoprire un certo prodotto, spesso in formato mignon o campione. Questo metodo è molto usato nel settore della cosmetica, dove si possono acquistare discovery kit di profumi, trucchi o creme. Trattandosi di prodotti super personali, ognuno è libero di provarli e decidere se è il caso di acquistare la taglia normale. Del resto, acquistare a scatola chiusa un profumo senza sapere se ci piace o ci sta bene non è sicuramente intelligente…

I discovery kit sono però sbarcati anche in molti altri settori e in alcuni casi si propongono a sorpresa. Cosa significa? Che sottoscrivendo un abbonamento anche acquistando una singola confezione, si può ricevere a casa un vero e proprio kit di scoperta, che si tratti di trucchi o anche di prodotti alimentari.
Il fenomeno è in super crescita, fa furore negli States dove è nato e ora si è aperto anche in Italia, dove, manco a dirlo, i discovery kit che vanno a ruba sono quelli legati ai prodotti alimentari e anche quelli di cibo per i nostri amici a quattro zampe.

Ma veniamo ai discovery kit della birra

L’idea arriva da Hopt, super potenza francese della distribuzione di birra online che sta diventano molto famosa anche in Italia. Hopt propone birre artigianali e ha pensato di allietare i clienti con un’offerta alquanto interessante: l’abbonamento mensile per ricevere una bottiglia e bicchiere del birrificio del mese più sei birre ‘colpo di fulmine’, ovvero sei birre a sorpresa. Chi sottoscrive l’abbonamento può quindi contare su una birra conosciuta e aspettarsi, direttamente a casa, sei birre diverse che arrivano da birrifici indipendenti di tutta Europa.

Ora la domanda sorge spontanea, ovvero voi che siete una birreria perché mi parlate di birra da acquistare on line e per di più da farsi arrivare a casa?
Perché questa iniziativa ci inscurisce e perché è forse il segno che i tempi stanno davvero cambiando. Un prodotto tipico come la birra, anche visto come un generale alimentare di ampio consumo, sta diventando sempre più speciale e molte sono le persone che ricercano le chicche più particolari in tutto il mondo.

Del resto la birra sa riservare grandi sorprese e la nascita di tanti birrifici indipendenti lo dimostra appieno. Non solo, perché la nascita di realtà che propongono discovery kit di birra e soluzioni alquanto originali stanno crescendo di giorno in giorno.

birra e vinili

Vinili, chicche musicali e birra artigianale

Una proposta alquanto originale arriva dal sito Hurd. Cosa ci propongono di bello da questo portale così cool? Niente meno che un vinile 7” in edizione limitata di un artista emergente al quale si può associare una bottiglia di birra artigianale, oppure di sidro di alta qualità o entrambi, ma anche solo il vinile se non si amano la birra o le bevande alcoliche. L’idea è vincente e molto molto affascinate, anche perché l’abbonamento è a sorpresa, quindi chi lo sottoscrive aspetta la scatola, si lascia stupire dall’effetto WOW e può ascoltarsi il suo vinile con la bella birra di compagnia.

Purtroppo questo servizio è attivo per ora solo per gli abitanti del Regno Unito, a costi anche molto interessanti perché il solo abbonamento al vinile viene 8 sterline, mentre con le birre e i sidri può raggiungere le 18 sterline. Ma c’è da scommetterci che queste iniziativa, così come i discovery kit della birra aumenteranno di giorno in giorno, per una scoperta raffinata e decisamente fuori dagli schemi.

La birra fra autoproduzione e riscatto sociale: esempi felici in Italia

La birra fra autoproduzione e riscatto sociale: esempi felici in Italia

L’Italia sta vivendo un periodo storico molto felice per quanto riguarda la birra, in particolare per l’autoproduzione. Sono sempre più, infatti, i progetti e gli spazi che permettono alle persone di comporre la propria personale ricetta di birra e di vedersela cotta in appositi spazi dotati di strumentazioni adeguate e di temperature controllate. Non solo, perché i progetti prevedono anche parti teoriche che permettono di contare sull’esperienza di mastri birrai, pronti a sperimentare ricette che potrebbero diventare molto interessanti per la produzione su larga scala.

Scopriamo quindi alcuni esempi di autoproduzione e di locali e birrerie che permettono di attuarla in Italia, con uno sguardo anche alla produzione artigianale di birra intesa come riscatto sociale.

L’autoproduzione passa attraverso la birra in Molise, dove ha sede il Birrificio Sociale La Fucina. I soci acquistarono qualche anno fa un impianto per la produzione di 30 litri di birra, diventando negli anni dei conto terzisti. Oggi è possibile passare per i locali della cooperativa e brassare la propria ricetta accompagnati da un mastro birraio. Si tratta di un’esperienza speciale, perché in una giornata è possibile pianificare i dettagli della ricetta, quindi brassare, imparare l’arte, per concludere il tutto con un buon pasto all’insegna della cucina molisana.

E se la produzione di birra sa legarsi alla cooperazione, lo stesso accade anche con i locali. Un bell’esempio arriva dall’Hopside di Roma che ha vinto un bando per le start up innovative della regione Lazio. Si tratta di una normale birreria con impianto a dodici vie con sole birre artigianali e una cucina molto ricercata ma nel piano inferiore si trova uno spazio produttivo con due impianti da 30 e 60 litri, dove ci sono tutte le attrezzature adeguate e si può lavorare in un ambiente a temperatura controllata. A chi interessa il locale è a disposizione per provare la propria ricetta dietro pagamento di una quota e quindi portarsi via la birra finita, con la supervisione dei mastri birrai.

E ancora, la possibilità di vedere prodotta la propria ricetta di birra è diventata una realtà con Ritual Lab, un spazio didattico dedicato alla produzione della birra. I corsi sono numerosi, ma si può eseguire una cotta di ben 100 litri sotto la supervisione dei mastri birrai, soprattutto Emilio Maddalozzo che vanta 30 anni di esperienza tra Pedavena e l’Accademia Doemens di Monaco di Baviera.

riscatto sociale

Può la birra diventare simbolo di riscatto sociale?

La riposta è sì e succede proprio in Italia, dove negli ultimi tempi sono nati sia birrifici artigianali che tante iniziative legate al mondo della birra legate alla legalità e alla volontà di creare dei posti di lavoro per persone svantaggiate.

Un bell’esempio da scoprire nasce con l’iniziativa Na been, una birra chiara che racconta la storia di venti ragazzi minorenni che hanno commesso sbagli nella vita ma sono oggi pronti a ripartire nella legalità. Na Beer è prodotta dalla cooperativa Eughenìa all’interno del centro diurno sperimentale Chiccolino di Bitonto. Il progetto ha fin da subito appassionato i protagonisti e ha raccolto l’attenzione del Rotary Club Bitonto Terre dell’Olio che si è impegnato a affrontare le spese relative all’attrezzatura per produrre la birra. Il progetto si è legato quindi al riscatto sociale e anche alla volontà di attivare un circuito di prevenzione contro i crimini minorili. Il risultato si può oggi gustare nella bottiglia di birra Na Beer in versione ‘la biond’, in attesa che venga prodotta anche ‘la briun’ e ‘la ross’.

Storia di Piovene: facciamo un giro in Peugeot

Storia di Piovene: facciamo un giro in Peugeot

Quanto è bello raccontare la storia di Piovene Rocchette e, anche se di solito parliamo di eventi legati alla stagione estiva o al cinema all’aperto, ai corsi di yoga e via così, oggi ‘sconfiniamo’ in una terra molto speciale: facciamo un piccolo viaggio nel mondo dei motori, o meglio nel mondo dei motori Peugeot.

Proprio così, perché qui c’è di mezzo un pezzetto di storia di Piovene Rocchette ma che, di fatto, coinvolge tutta l’Italia. Sì, perché oggi siamo abituati ad avere una macchina, a vedere centinaia, migliaia, milioni di vetture circolare in tutto il mondo, ma quando è arrivata l’automobile in Italia?

peugeot type 2

Beh, la data era era il 2 gennaio 1893 e in quel freddo giorno la prima auto a ciclo Otto che venne messa in circolazione fu il modello Type 3 Peugeot.

Dove avvenne questo piccolo frammento di storia? Oramai lo avrete immaginato, quindi a Piovene Rocchette, perché la vettura era stata ordinata nell’ottobre dell’anno precedente, quindi il 1892, dalla famiglia Rossi.

La storia di Piovene ci regala sempre tante sorprese, spesso legate ai periodi più antichi come la storia dei Girolimini e ancor più ancestrali come le origini del Monte Summano e i tanti riti che venivano praticati nella sua sommità.

Qui ci avviciniamo ai tempi moderni, ma è un fatto che la prima auto, in Italia, arrivò proprio a Piovene Rocchette. Per fortuna questa eredità storica è custodita da molti appassionati, che nel corso del tempo hanno costruito dei veri e propri musei dei motori, che raccontano non solo i modelli che si sono avvicendati nel corso del tempo, ma anche tutte le scoperte tecnologiche che hanno segnato e continuano a segnare l’universo dei motori.

Se la storia di Piovene ci rivela che sono passati 125 anni dall’arrivo della prima auto in Italia, è interessante per i cultori del genere sapere che esiste un galleria d’arte intitolata alla Peugeot. Si chiama Peugeot Galerie e ha sede a San Gimignano, splendida cittadina medioevale Toscana.

Dalla storia di Piovene all’auto come arte: la Galerie Peugeot

La Galerie compie quest’anno 10 anni ed è nata dalla sconfinata passione di Daniele Bellucci, appassionato di motori che è riuscito a collezionare circa 30 auto storiche Peugeot. La collezione è la prima ad essere nata fuori dai confini francesi e la prima italiana, riconosciuta e stimata dalla stessa casa madre, tanto che il vernissage venne al tempo affidato al presidente di Aventure Peugeot Thierry Peugeot, una fondazione che dal 1982 si occupa di raccogliere documenti, custodire i ricordi e tramandare la cultura di famiglia.

bebe peugeot

Ma quali sono i modelli esposti? Qualche nome per gli appassionati, perché alla Galerie Peugeot si possono ammirare meraviglie quali la la “Bébé” del 1916  e ancora la 201 del 1932 e la 202 del 1948 che è il primo modello ad essere uscito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. La galleria permette ai visitatori di fare un bel viaggio nel corso del tempo, arrivando quasi ai giorni nostri con modelli iconici quali la  Peugeot 104 Eco del 1983, che era stata realizzata appositamente per il mercato italiano.

Ecco che un pizzico di storia di Piovene può rispecchiarsi in questa galleria dedicata non solo agli appassionati della Peugeot, ma a tutti gli amanti delle auto e a chi le legge come delle vere e proprie opere d’arte, che meritano di essere ammirate, comprese, custodite e tramandate come gioielli preziosi.

Il sentiero dei Girolimini in autunno

Il sentiero dei Girolimini in autunno

Si sa, l’estate è la stagione più favorevole per le escursioni in montagna ma l’autunno ha un fascino particolare, che si legge nei boschi colorati di rosso e di giallo e nei panorami tersi che certe giornate di ottobre e novembre sanno regalare.

Ecco perché chi ama il trekking e può decidere di avventurarsi nel sentiero dei Girolimini anche in autunno, gustandosi tutti i colori che questa stagione riserva.

Il sentiero dei Girolimini può essere imboccato dalla scalinata che parte dalla piazza municipale di Piovene Rocchette e che sale verso la Birreria Vecia, dove un tempo si trovava il convento dei frati. Sulla sinistra si dirama quindi il sentiero che porta inizialmente al Santuario della Madonna dell’Angelo, che può essere raggiunto anche con la ripida strada asfaltata che costeggia il monte.

Il sentiero dei Girolimini è molto curato e, verso circa la metà, regala una bellissima visuale della Val d’Astico, nonché del versante meridionale dell’Altipiano di Asiago. La salita è interessante, abbastanza sostenuta e una prima pausa può essere fatta nel parcheggio del santuario della Madonna dell’Angelo.

Santuario Monte Summano

Sulla sinistra si apre quindi il sentiero montano, che permette di salire il Monte Summano e di arrivare alla sella dove si trova il santuario della Madonna del Summano. Di grande bellezza è la parte che si dirama nel bosco che, in autunno, si tinge di mille colori offrendo a sprazzi delle visuali sulla Val d’Astico davvero mirabili. Nelle giornate più terse si possono vedere i colli Euganei e, con un pizzico di fortuna, anche il mare.

Una volta raggiunta la sella servono altri 100 metri di dislivello per raggiungere la vetta, percorrendo in questo caso un sentiero un po’ scosceso e arrivando alla statua in cemento del Cristo che si vede da valle.

Il sentiero dei Girolimini fra storia e presente

Il sentiero dei Girolimini è un’occasione speciale per scoprire le bellezze del Monte Summano, perché anche in autunno la sua flora è alquanto particolare. Più volte abbiamo letto di quanto speciali siano le erbe che qui crescono, perché la flora si lega all’origine probabilmente vulcanica di questa montagna.

Le erbe aromatiche venivano un tempo e tutt’oggi impiegate per preparare il liquore Girolimino, ma il Monte Summano è una vera e propria riserva di erbe commestibili e, per i più bravi e fortunati, anche di funghi.

Ma l’occasione è speciale perché permette di fare un bel tuffo nella storia, perché già in antichità vi erano delle mulattiere che raggiungevano la cima del monte. La più importante partiva da Piovene e dal suo borgo antico e veniva considerata una vera e propria strada di pellegrinaggio.

La storia si lega sicuramente ai due santuari che si incontrano lungo il percorso, quello ‘mediano’ della Madonna dell’Angelo e quello in vetta della Madonna del Summano. Già nel 1452 il santuario e l’eremo erano stati affidati ai frati di San Girolamo o frati Girolimini. Nel 1505 il santuario venne ingrandito e abbellito mentre nel frattempo i frati si insediarono a Piovene proprio dove ora sorge la Birreria Vecia fungendo da punto di appoggio per i pellegrini che si recavano in vista al santuario e allo stesso Monte Summano.

Tante vicissitudini si sono alternate nel corso dei secoli ma, per comprendere appieno la storia dei frati Girolimini, si può fare un salto al 1892 quando la chiesa del Summano verteva in cattive condizioni e venne ricostruita con forme settecentesche grazie alle donazioni dei fedeli del paese di Santorso e ai lasciti del senatore Rossi. I frati Girolimini vennero a quel tempo richiamati a Piovene e il senatore Rossi affidò loro una villa a Santorso, che venne trasformata in convento fino alla sospensione dell’ordine che avvenne nel 1933.

Questi sono i principali rimandi storici del sentiero dei Girolimini, un percorso che merita di essere fatto in tutte le stagioni, ma che in autunno acquista un’atmosfera decisamente speciale. Chi desidera avventurarsi può gustare una natura densa di colori, ricordandosi che al venerdì sera, al sabato sera e alla domenica per tutto il giorno la Birreria Vecia è aperta con pizzeria, bruschetteria e cucina!